Andrea Schiavone e Paula de Jesus sono innanzitutto belli insieme. Belli quando combattono, belli quando pretendono che le leggi vengano applicate, belli quando – voglia di fare in una mano e competenza nell'altra – tengono il fiato sul collo alle amministrazioni con cui devono fronteggiarsi. Già, perchè con le amministrazioni ci si fronteggia, oramai. Loro, pagati con le nostre tasse per fare i nostri interessi, sono diventati il nemico peggiore. Ma già sto esulando dall'argomento di questo post. E' un mio vizio e Andrea me lo ha cortesemente rimproverato anche ieri mattina.
Andrea Schiavone è a capo dell'associazione culturale Severiana. Paula de Jesus già a capo del comitato di quartiere Acilia-Madonnetta (è stata lei a spiegare a Report nella famosa puntata sull'urbanizzazione di Roma quello che stava succedendo alle Terrazze del Presidente) è ora presidente del comitato civico entroterra XIII.
Ieri l'associazione “Severiana” (www.severiana.it) ha organizzato una visita guidata gratuita per far conoscere il patrimonio archeologico mortificato del territorio del XIII municipio. Andrea ci ha fatto da cicerone. Fare un tour dell'entroterra lidense è come percorrere una grossa gimkana di cantieri edili. Il nostro verde ne è mortificato. Gli alberi girano le fronde dall'altra parte alla vista delle ruspe. I residenti (a cui da decenni vengono promessi adeguamenti nella fornitura di servizi) tremano. La Cristoforo Colombo sempre un po' più trafficata. Traffico interno sempre un poco più intenso sulle strade. E strade sempre più bucate. E buche che diventano voragini. Una catena lunga di disservizi che una miriade di comitati di quartiere sta cercando di spezzare.
Andrea oggi nelle 4 ore a disposizione è riuscito a mostrarci solo una piccola percentuale di ciò che offre il quadrante tra Monti San Paolo, Acilia, Infernetto e la zona Longarina. Un mosaico di acquedotti romani, ville rustiche e sepolcreti che potrebbero venire cancellati nel giro di pochi anni con un colpo di spugna. Che poi vuol dire un colpo di ruspa più un bel colpo di ignoranza.
Abbiamo iniziato dall'Infernetto e un cantiere che gli Amici di Beppe Grillo del XIII municipio avevano già seguito con Stefano e Fulvia quando querce di almeno ottant'anni sono state abbattute. Degli alberi secolari della zona (via Bedollo) solo un tiglio è rimasto. Per fare spazio a un residence. Ah, anche ad altri alberi, dimenticavo. Durante gli scavi è venuto alla luce un acquedotto romano del I secolo d.C. Persino la Presidenza della Repubblica attraverso un suo consigliere si è interessato alla faccenda.
Cosa ne sarà dell'acquedotto, per ora, non si sa. Quel che è certo è che al momento l'ipotesi di realizzare un antiquarium per salvaguardarlo e renderlo fruibile è scartata.
L'itinerario è proseguito su via di Acilia, laddove dovrebbe avvenire il raddoppio del grande ingorgo che congiunge via Ostiense e via Cristoforo Colombo. Per ora ci sono solo le Terrazze del Presidente, fortunatamente bloccate da un intervento della Procura di Roma che indaga sul condono edilizio dell'area. In questo video Andrea Schiavone fa il punto della situazione.
Altra tappa, altro sdegno. La villa rustica di Fralana, scoperta nel 1987, è al centro di quest'area verde a Malafede. Gli unici che paiono interessarsene sono i cani che vanno a defecarci sopra.
Nei video la spiegazione di Andrea Schiavone e la mia polemica col consigliere municipale Stefano Salvemme.
Salvemme mi ha poi avvicinato dicendomi che il consiglio municipale può ora essere filmato senza problemi, previa registrazione delle presenze all'ingresso. Ha aggiunto che la tecnologia va avanti più veloce della politica. Su questo gli do in parte ragione. Sarebbe stato più giusto dire che vanno in direzioni opposte: la tecnologia aiuta la trasparenza e la partecipazione, la politica si arrocca su se stessa e sulla stampa asservita. Ma recepisco pure il dato positivo, non voglio essere tacciato di disfattismo: Salemme mi ha garantito zero problemi nel riprendere il consiglio municipale. Mi fa piacere.
A Monti di San Paolo è il sepolcreto ad essere al centro dell'attenzione. Nell'area di aggregazione che sta sorgendo NULLA sembra voler essere fatto per custodire i reperti della zona, di cui si è a conoscenza dal 1923. Solo strade per ora.
A Dragoncello fortunatamente il cemento per ora è un poco più lontano. Più lontana ancora l'attenzione dell'amministrazione romana e municipale. 2500 mq di ville rustiche non devono poi significare molto, no? Murature del VI secolo a.C. forse legate alla nascita stessa di Ostia non bastano per donare all'area la dignità di museo a cielo aperto che gli spetta. Un impianto termale e finissimi mosaici possono ben stare sotto la sterpaglia.
Longarina è oggetto di una spaventosa opera di “riqualificazione” con centro commerciale e piscina. Sequestrata e poi riaperta, l'area è oggetto di indagine da parte della procura di Roma.
Alla denuncia dovrebbe seguire un atteggiamento propositivo. Su questo siamo d'accordo. Non sono un esperto archeologo tantomeno un urbanista ma non voglio venire meno al momento dell'iniziativa. Proposte: salvaguardare il patromonio archeologico, investire su di esso risorse che poi verrebbero largamente ripagate. Ovviamente una classe politica che si lascia guidare solo dall'emergenza (emergenza reperimento voti, si intende) non è in grado di farcela.
Investire sul patrimonio culturale significa nuovi posti di lavoro attraverso l'utilizzo e la conservazione. Andrea suggeriva cooperative di giovani che potrebbero prendersi cura degli scavi. Per non parlare delle guide turistiche, gli interpreti, gli addetti ai bookshop, la possibilità di convertire in bed and breakfast gli appartamenti utilizzati soltanto durante l'estate. Un'amministrazione lungimirante si adopererebbe per creare un vero tour del litorale.
Basti pensare agli scavi di Ostia Antica, al mare e alla vicinanza dell'aeroporto di Fiumicino. La visita del tredicesimo municipio potrebbe rappresentare l'ultimo giorno a Roma dei viaggi di milioni di turisti. Scavi di Ostia Antica, le altre bellezze archeologiche (nel circuito sarebbe facile far rientrare la necropoli dell'Isola Sacra) e per chi vorrà mare o pineta di Castelfusano. Ristoranti che farebbero buoni affari, alberghi sul litorale pieni tutto l'anno (e questo significherebbe migliaia di posti di lavoro, ovviamente) e l'indomani partenza da Fiumicino.
Ricchezza solo valorizzando la cultura e la natura. Ma un progetto di quest'entità richiede lungimiranza. Tutto il contrario di ciò che fa la politica.
Complimenti Raffaele. E' un servizio bellissimo fatto veramente con tutti i sentimenti.
RispondiEliminaGrazie mille!
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