sabato 7 febbraio 2009

Decido della mia vita. E della mia morte.

Non voglio parlare oltre del caso Eluana Englaro. E' stato detto tutto e il contrario di tutto, non abbiamo bisogno di altre parole. Un aspetto è stato solo accennato: ci sono milioni di persone in questo Paese che hanno voglia di sentirsi padroni delle proprie vite. La vita è mia, non è di un Dio a cui non credo, non è di nessun altro. Rispondo alle leggi che governano il vivere civile (e vorrei tanto poter rispondere ancor di più alle leggi che regolano gli equilibri del mondo naturale, ma non sono io a sfidare gli ecosistemi). Non devo rispondere a nessuno nel caso capissi che la mia vita non possa più definirsi tale. Personalmente sono favorevole all'eutanasia, ma in questo Stato clerico-bigotto mi pare un'utopia. Comunque non voglio sul mio corpo nessun accanimento. Non voglio restare anni, decenni, a non vivere come un vegetale. Non sarei mai così egoista nei confronti della mia famiglia.

Chiedo una sola cosa, nel caso si arrivasse a una decente legge sul testamento biologico: tutti i politici che oggi si schierano contro il padre di Eluana devono dichiarare che vogliono su di loro l'accanimento tarapeutico, che vogliono far restare amici e familiari intorno a un letto di morte per anni, per almeno 17 anni. Non so se parlo sull'orlo dell'inquietudine di questo momento, ma oggi è quello che pretendo. Vi schierate contro i gay e a favore della famiglia (perchè il vostro minuscolo cervello ritiene che le due cose si elidano) e poi divorziate, vi risposate, prolificate con donne diverse. Stavolta la vostra irriverente incoerenza non vi verrà perdonata.

1 commento:

  1. Davvero complimenti per il tuo blog... molto interessante e ricco di video e notizie...
    Prenderò spunto

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