martedì 30 dicembre 2008

Un governo travagliato




E' vero, ho poca fiducia nei parlamentari italiani. Quasi nessuna. Pero' qualche galantuomo c'è, lo ha sempre ammesso pure Beppe Grillo (rimarcando - e non potrebbe essere altrimenti - la difficoltà a scorgerli in un covo di pregiudicati). Alle ultime elezioni ho votato Di Pietro, pur non condividendo tutte le sue scelte (i suoi scontri con i Verdi, ad esempio, già testimoniano la differente sensibilità rispetto ad alcuni temi). Però bisogna essere onesti intellettualmente ed ammettere che senza il dog-watch Di Pietro in parlamento, il partito di Veltrusconi sarebbe a fare il bello e cattivo tempo. La sua opposizione rude, grezza, senza se e senza ma, tiene alto il livello dell'attenzione. Il suo blog ci fa conoscere spesso operazioni che sarebbero rimaste nei corridoi di Montecitorio. Ragazzi ammettiamolo: Di Pietro può permettersi di ospitare una rubrica settimanale di Marco Travaglio. Per gli altri Travaglio è la criptonite per Superman (e anche qui prendo in prestito un'espressione grillina!).

Beh immaginate un governo con Travaglio ministro della giustizia, Di Pietro ministro delle infrastrutture e Beppe Grillo ministro dell'ambiente (laddove l'ex pm tendesse a strafare ci sarebbe Grillo a metterci una toppa...eheheh).

Riporto l'intervento odierno di Marco Travaglio nella rubrica Zorro dell'Unità


Il destino cinico e baro continua ad accanirsi sui Mastella’s. Stavano quasi riuscendo a rifarsi una verginità sulla pelle di Cristiano Di Pietro, a suon di interviste compiacenti. Ma proprio sul più bello è giunta notizia delle dimissioni di Di Pietro jr. dall’IdV per un paio di semplici raccomandazioni: un gesto di grande dignità, che infatti in Italia non fa mai nessuno, nemmeno se l’arrestano. Ieri il Giornale raccoglieva le lamentazioni di Elio Mastella, che si presenta come un umile metalmeccanico finito nel «terribile tritacarne mediatico» e tiene a distinguersi da Cristiano: «Mai avuto raccomandazioni, mai provato a far carriera nel partito di papà, che è uno dei politici meno familisti». Infatti Sandra, moglie di Clemente, presiede il consiglio regionale campano. Il cognato Pasquale Giuditta era deputato. Il consuocero Carlo Camilleri era capo del consorzio del Sele. L’altro figlio, Pellegrino, era consulente del governo e assicuratore de Il Campanile, con moglie all’Agcom. Elio, il metallurgico della porta accanto, era responsabile della «Iside Nova» che organizzava eventi culturali a Benevento patrocinati dal consiglio regionale di mammà, mentre la fidanzata Roberta era leader dei giovani Udeur e consigliera regionale in Liguria, e l’ex fidanzata Manuela era praticante al Campanile. Elio e Pellegrino acquistarono 4 alloggi più la sede romana del Campanile a prezzi stracciati e ora pagano una super-rata mensile di 6700 euro, alla portata di ogni metalmeccanico. Meno male che papà non è familista, sennò metteva a carico dello Stato anche la colf e la gatta.

lunedì 29 dicembre 2008

Il pubblico consiglio municipale a porte chiuse




Quello che questi due filmati testimoniano non deve più verificarsi. Cosa ci sarà mai da nascondere?

Per chi avesse difficoltà a visualizzare i video sul blog ecco gli url youtube http://www.youtube.com/watch?v=hKWpdgpjQvU - http://www.youtube.com/watch?v=HvJCXrmTuNE

domenica 28 dicembre 2008

E' l'anno nuovo

Il 2009 sta per iniziare e con esso - spero - una nuova stagione della mia vita. Pochi giorni fa, di getto, ho partecipato a una riunione del MeetUp degli amici di Beppe Grillo del XIII municipio di Roma. Con loro ho capito il desiderio - vero - che è dentro di me di rendermi utile alla collettività. I ragazzi mi hanno illustrato il convegno che stanno preparando sui mali che, a tutti i livelli, gli inceneritori comportano. I primi di febbraio presenteranno il loro lavoro. Conoscevo parecchie delle cose che hanno organicamente messo insieme anche se - per dirla con un paio di espressioni comuni - una ripassata non fa mai male e non si finisce mai di imparare. Le diverse anime del gruppo che nelle poche ore trascorse insieme sono riuscito a scorgere riflettono un po' le diverse opzioni che ci vengono concesse nell'affrontare un problema.

Io sono poco diplomatico, lo ammetto. La malafede mi irrita, i furbetti mi irritano. Chi specula sulla mia vita, sul nostro ambiente, sulla nostra terra e sul nostro verde, sulla bellezza di una pineta o di una duna di sabbia mi irrita. Chi parcheggia davanti a uno scivolo per disabili mi fa gridare 'stupido!'. Chi parcheggia sulle striscie pedonali e mi costringe ad accerchiarlo per attraversare la strada, mi fa gridare 'stupido!'. In certi casi ho la tendenza a non cercare di capire né di ascoltare. Ho ancora 26 anni - crescerò - e non scendo a compromessi. Se rilasci una concessione edilizia laddove c'era un parco, mi offendi. Rendi più brutta la mia vita, più difficile la mia ricerca del bello. Cancelli uno scorcio che creava serenità e aria buona, magari voglia di correre, magari turismo. Se costruisci prima un quartiere e poi la fogne e le strade, sei incapace o corrotto. Si potrebbe andare avanti all'infinito. Chi non si è ancora annoiato e sta leggendo questo post probabilmente potrebbe aiutarmi con mille esempi. Se investi nell'energia nucleare ma non in quella solare... Se le pale di una centrale eolica deturpano il paesaggio ma i quartieri dormitorio negli ultimi brandelli di agro romano no... Se il latte alla spina crudo fa male ma le nanoparticelle di un inceneritore no... A tutti i livelli ci sono esempi di una classe politica che ci offende, a cui abbiamo delegato troppo o che ci interpella solo a poche settimane dalla chiamata alle urne. Per una manciata di voti i ragazzi del MeetUp non hanno eletto un proprio rappresentante nel XIII municipio di Roma alle scorse elezioni. Da qui alle prossime credo ci sia da lavorare molto, ma l'impegno di Beppe Grillo per formare organicamente e capillarmente le sue ListeCiviche a 5 stelle nei comuni di tutta Italia potrebbe essere un bel traino.

Allora chiudo gli occhi solo per un paio di minuti. Invito anche chi legge a farlo. Immaginiamo il nostro territorio durante una domenica di primavera. Ce ne andiamo - un bel gruppo di amici - a prendere un gelato al mare. Ci siamo dati appuntamento. Alcuni arrivano soli, altri in coppia. Altri ancora in gruppetti da 3 o 4. La linea rossa della pista ciclabile attraversa tutto il quartiere. "Ho pensato ci sarebbe stata troppa gente in giro oggi, magari non avrei trovato dove poggiarla" - dice uno che ha preso una bici al distributore bike sharing vicino casa e l'ha riposata in uno dei tanti sul lungomare. Si passeggia. Il mare si vede. Non bisogna immaginarlo al di là del cemento colato sulla battigia per costruire cabine, bungalow, miniappartamenti, loft (?) sulla sabbia. Sulla passeggiata in legno pensata anche per i disabili le sedie a rotelle camminano alla stessa velocità di chi sta in piedi. La gente ha lasciato le macchine a casa, oggi tutto il centro è isola pedonale. Comincia ad alzarsi la temperatura e decidiamo di andare al parco. "Volevano costruirci qui, ricordate?". Si sente qualcuno che sorride e dà la pacca sulla spalla a un altro. All'ingresso c'è scritto come comportarsi all'interno dell'area verde. Hanno piantato dei nuovi alberi e raccomandano di tenersi lontani dall'area recintata. "Gli alberi del concerto", ricorda uno. Già, c'era stato un concerto un paio di sere prima e gli artisti che passavano per il nostro territorio compensavano l'emissione di CO2 piantando degli alberi nei nostri parchi. Dalle panchine su cui siamo seduti cominciano le proposte di chi - finito il ghiacciolo - vuole ancora succhiare un po' dalla mammella della domenica pomeriggio di primavera. Si rimonta in bicicletta e non ci si mette d'accordo perchè è un mondo migliore, ma non è certo il paradiso. La navetta porta agli scavi archeologici e a quella necropoli nel comune contiguo che i partiti-reperti delle precedenti amministrazioni stavano sotterrando di nuovo. Un'altra conduce alle dune di sabbia e verde a pochi chilometri di distanza. E' già piena di tedeschi, quella zona incontaminata è nelle guide turistiche. Un'altra ancora ha come meta la zona di allenamento all'aria aperta all'interno della pineta. Non ci si mette d'accordo nemmeno stavolta. Vabbè ognuno per la strada propria. Non è mica colpa nostra vivere in un territorio che abbiamo reso così bello.