lunedì 21 dicembre 2009

Io che non sono NESSUNO

Cari On.le Di Pietro, On.le Marino, Beppe Grillo,
io che non sono NESSUNO oggi vi chiedo di mettervi intorno a un tavolo e discutere pacatamente per un paio di orette.

Onorevoli Di Pietro e Marino, Beppe Grillo,
io che non sono NESSUNO oggi ho sentito la necessità di scrivervi questa lettera che probabilmente voi non leggerete e forse commenteremo tra pochi amici.

Di Pietro, Marino e Grillo,
io che non sono NESSUNO oggi vi chiedo di guardarvi negli occhi e dirvi se l'Italia che immaginate, che sognate, è davvero così differente in ognuno di voi. Perché se così non fosse io che non sono NESSUNO vi chiedo un gesto di responsabilità.

Io che non sono NESSUNO non ce la faccio a guardare inerme il mio Paese che frana. Voi ci riuscite? Se ce la fate continuate pure a coltivare i vostri orticelli. Vi auguro che fioriscano rigogliosi, anzi attingerò anche io alle vostre risorse.

Ma se in nome di uno sterile “sono meglio io” rifiuterete di guardarvi negli occhi; se rifiuterete di discutere, parlarvi, insegnarvi, se rifiuterete di disegnarvi l'un l'altro l'Italia che sognate, come potete chiederci di combattere per voi?

Ci avete arruolato. In momenti differenti. Nel nome di un progetto a lungo termine, per prendere le redini di un partito che si sfalda, per abrogare una legge infame o anche solo per darvi la forza di continuare. Ebbene abbiamo risposto compatti in ogni occasione. Abbiamo raccolto le firme per abrogare il Lodo Alfano, abbiamo combattuto per riappropriarci dei nostri poteri costituzionali. Abbiamo sperato che l'alternativa a chi sputa quotidianamente sulla nostra Costituzione potesse essere qualcuno che la esaltasse.

Oggi ci ritroviamo a dover scegliere tra buio o tenebra.

Io che non sono NESSUNO vi supplico di dialogare. Vi supplico di arruolarci di nuovo. Almeno interpellateci, chiedeteci se siamo d'accordo o meno. Vi supplico di essere umili e per un attimo temere per questo nostro Paese che muore. Non temere soltanto di deludere una fetta d'elettorato.

So che dalle vostre menti e competenze, dalle vostre passioni verrà fuori un'Italia capace di restituirci la voglia di sognare.
La forza di sognare non c'è più. Si terminano gli studi e si brama un lavoro da 1200 euro al mese, per poter galleggiare. E ci si ferma. L'Italia si ferma.

Scusate se ora mi rivolgo a voi in maniera irrispettosa.
Ma Tonino, i progetti di Beppe Grillo in tema di mobilità, energia e ambiente possiamo prenderli in considerazione? Vediamo che dice, no? Proviamo a capire cosa è successo laddove ciò che teorizza è già realtà.

Ignazio, quello che propone Tonino per far funzionare – funzionare davvero – la giustizia possiamo esaminarlo pacatamente?

Beppe vuoi continuare a scrivere post su D'Alema o possiamo cercare di capire se il programma di Ignazio per quel che riguarda università, ricerca, sviluppo, lavoro, depenalizzazione delle droghe leggere è davvero in conflitto col tuo?

Io che non sono NESSUNO vi chiedo di confrontarvi. E magari poi ci direte che siete incompatibili.
Spiegateci la ragione, e ce ne faremo una ragione.

Ps. Ringrazio Ivan Scalfarotto che elogiando il limite di due mandati per i parlamentari mi ha dato l'idea per questa lettera

sabato 12 dicembre 2009

Gay e diritti: cultura e legislazione sono davvero così scisse?

Ogni volta che il mio amico Daniele aspetta all'aeroporto il suo amato che atterra dal Cile - e comincia a contare i giorni che lo separano dalla scadenza trimestrale del suo visto da turista - scrivo un post sullo stato dei diritti dei gay.

Oggi, neanche a farlo apposta, ho pure partecipato ad un dibattito su gay, omofobia e diritti dove sono intervenute le on.li Concia (Pd) e Perina (Pdl, area finiana).

Entrambe sarebbero favorevoli all'estensione - sarebbe meglio dire alla creazione, poichè siamo allo zero assoluto - dei diritti degli omosessuali. Non è questo ciò su cui le rimprovero. Quel che non mi è piaciuto è l'enfasi eccessiva che hanno dato al lavoro culturale che dovremmo fare noi stessi all'interno della società, senza piangerci addosso. Ebbene, no. Non ci siamo - a mio avviso. Le signore onorevoli vengono profumatamente pagate per fare leggi, prima di tutto. Bene, le facessero. Non sono pazzo, non me la prendo con loro due, ovviamente. Ma non sta bene questo scarico di responsabilità. Le leggi - o la mancanza di leggi - implicano il gap culturale che in questo Paese non riusciamo a colmare.

Faccio esempi concreti.
Oggi soltanto il 10% di chi subisce aggressioni omofobiche denuncia l'accaduto. Spesso non si vuole che i genitori o i parenti sappiano. Il 90% dei genitori è omofobico?
Se non lo si dice ai genitori - e si crea quindi una spirale di omertà di cui i gay sono i primi a farne le spese - è innanzitutto perchè si ha paura di creare un grosso dispiacere ai genitori. Ebbene, solo la POLITICA CHE LEGIFERA può cambiare questo stato di cose. Oggi io stesso avrei dispiacere che un mio nipote fosse gay. Sarei dispiaciuto perchè so che lo attende un'esistenza in salita, un'esistenza in cui rischia di soffrire e stare male solo per il fatto di AMARE. Il mio amico Daniele non può congiungersi col suo ragazzo perchè le LEGGI non lo consentono e deve stare male solo perchè AMA. Questo non va bene e a questo può porre rimedio solo la politica. I genitori di un omosessuale che guardano al figlio con compassione pensano al fatto che non potrà sposarsi, non potrà adottare un figlio, avrà una vita dura. Una vita che la legislazione vigente gli ha reso più dura degli altri.

Il discorso sulla contaminazione culturale può essere solo un aspetto della questione. E purtroppo, al momento secondario. Personalmente credo di aver fatto parecchio. In tutti gli ambiti in cui mi impegno non ho mai nascosto la mia omosessualità. Nei primi tempi i colleghi diventavano viola se toccavo loro il sedere. Ora sono loro a scherzare con me e ad aver spazzato via ogni tipo di pregiudizio. Sono loro a toccarmi il sedere. Invito tutti a non nascondersi, invito alla contaminazione positiva, culturale. Ora - che forse mi vogliono ancor più bene - paradossalmente hanno un po' compassione. Sanno che non avrò le loro opportunità, che se il mio compagno venisse meno io non avrei nessun tipo di tutela. Sanno che non posso trasmettere ciò che ho dentro ad un figlio. Sì, siamo d'accordo, ho forse fatto capire loro che non è giusto.

Bene. Se oggi un genitore, un amico, se oggi si dice "poverino, è gay", la colpa non è nostra che non abbiamo saputo fare il nostro dovere. Care onorevoli, la colpa è TUTTA VOSTRA.

Non dobbiamo continuare a piangerci addosso? Andatelo a dire a Daniele, andatelo a dire a chi non gode della reversibilità della pensione e resta in mezzo a una strada, andatelo a dire a chi si ammala e non può nemmeno sentire la vicinanza del compagno o della compagna dello stesso sesso, andatelo a dire a chi non può subentrare in un contratto d'affitto e si trova solo al mondo.

Datemi gli stessi diritti di tutti gli altri. Poi al lavoro culturale - ve lo giuro - mi ci dedico anima e corpo.

(foto di Giuseppe Astuto)



mercoledì 2 dicembre 2009

Quasi quasi rivaluto il poliziotto in tenuta antisommossa

Una delle massime di Beppe Grillo che maggiormente mi colpì - quando cominciai ad avvicinarmi al suo movimento - è "oggi l'intermediario tra il cittadino e i suoi amministratori è un poliziotto in tenuta antisommossa".

Oggi quasi quasi lo rivaluto, quel poliziotto. Non posso dire che ne sento la mancanza: lo frequento più dei miei fratelli.



Però se riesco a parlare direttamente col mio rappresentante il risultato è questo qui.



Alessandro Cochi è il delegato del Sindaco Alemanno alle politiche sportive. Voi che gli deleghereste?