domenica 4 gennaio 2009

Informazione bollita. Il latte, almeno, no.



Seguiamo quotidinamente dei falsi valori. Le persone che si accatastano tra gli scaffali dei negozi di Roma la prima domenica di saldi - forse - stanno perseguendo falsi valori. Nella classifica delle priorità che quotidianamente decide la scaletta delle nostre giornate, una giacca scontata non può condurmi a calpestare i piedi di chi è nei paraggi della mia taglia. Senza nemmeno chiedere scusa.

Beppe Grillo ha iniziato con questo video la sua turneé di spettacoli in teatro.
Questo discorso di Robert Kennedy è ancora attuale. Ascoltiamolo. Crediamoci. Rispettiamolo nei nostri gesti quotidiani.

Ieri ho trascorso uno splendido sabato pomeriggio con alcuni ragazzi tra cui Stefano Bovi, una delle anime più attive del MeetUp del XIII municipio. Ci siamo ritrovati in via Polinesia, traversa di via Isole del Capoverde, ad Ostia. Di fronte al negozio equo e solidale "La Tenda dei Popoli" si era fermato il furgoncino del latte Biolà. Il furgoncino del latte alla spina. "Web" ha realizzato un servizio video che spero di mostrarvi non appena sarà pronto. Si tratta di latte vero, non quello annacquato-supertrattato delle lobby del latte. Latte che fa bene. Economico (costa E. 1,20) ed ecologico (il contenitore si porta da casa e si riutilizza all'infinito). Inoltre si tratta di mucche di zona ed è quindi un prodotto che promuove la filiera corta. Niente spreco di cartoni, niente camion che vanno avanti e indietro per centinaia di chilometri.

Sembrerebbe necessario solo un poco di buon senso per promuovere l'iniziativa. E invece il ministero della salute incenerita lo bolla subito come latte a rischio. Il perchè ce lo spiegano i ragazzi del MeetUp di Brescia in questa lettera a Beppe Grillo e nel video che segue.

"Caro Beppe,
dopo gli incentivi alle energie rinnovabili, ci vogliono togliere anche il latte crudo.Il latte alla spina, quello da rivendita in distributore self service, dove si riempie la bottiglia più volte. Lo stesso per cui dal 6 all' 8 dicembre, Telethon ha fatto partire una corsa di solidarietà con il Consorzio Tutela Latte Crudo e la Regione Lombardia: ogni due litri di latte venduti, il terzo è donato alla ricerca sulle malattie genetiche.
Nonostante questa importante iniziativa, la situazione è grave: in una parola, disinformazione. In questi giorni, su reti televisive e testate giornalistiche nazionali, alcuni articoli e servizi stanno procurando forte discredito verso questo alimento, danneggiando allevatori e produttori. Frasi del tipo "Latte alla spina, allarme batteri" o "Latte crudo - È necessario bollirlo", o ancora "Il Ministero ipotizza uno stop delle vendite", si sprecano.
Nove casi di sindrome emolitico uremica indotta da Escherichia Coli O 157, presi a pretesto per diffondere l'idea della diretta implicazione del consumo di latte crudo non pastorizzato, hann fatto partire un tam tam mediatico utile a generare clamore, insicurezza e disaffezione: le condizioni ideali per un intervento legislativo all'insegna delle più ingiuste restrizioni.
Il Meetup "Amici di Beppe Grillo di Brescia" ha raccolto alcune dichiarazioni del Dr. Fausto Cavalli, agronomo zootecnico, coordinatore di Bevilatte Srl, Agenzia di Servizi per l'Agricoltura. La sua esperienza ci dimostra come questi clamorosi casi siano falsi, poiché nulla è mai stato dimostrato (nel 2008, le analisi disposte dall'Autorità Sanitaria hanno riscontrato la totale assenza dell'Escherichia Coli O 157 in tutti i 1.423 campioni analizzati), ed anzi i produttori coinvolti proseguono a vendere regolarmente il loro latte, magari dopo aver denunciato a suo tempo alcuni funzionari ASL che li costringevano a tenere chiusi i distributori.
Ci siamo chiesti il perché di questa insistente campagna denigratoria. Il fenomeno del latte crudo alla spina parte proprio dalla nostra città, Brescia, ed è arrivato a a 1.000 distributori sul territorio nazionale (405 in Lombardia). Ognuno vende circa 100 litri di latte al giorno, per 365 giorni all'anno. Un litro di latte alla spina costa circa 1 euro, ovvero 50 centesimi meno del latte pastorizzato fresco da supermercato (fonte: www.clal.it). 18 milioni di euro che in un anno scompaiono dalle tasche delle grandi distribuzioni e multinazionali lattaie, a beneficio di noi cittadini che paghiamo meno e beviamo tutta salute, riscoprendo il rapporto diretto con l'agricoltura.




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