Le eguaglianze omosessualità-infelicità ed eterosessualità-felicità vanno sfatate. Cancellate. Sono alla base di tragedie a livello personale e familiare e per questo ritengo giusta la protesta che si è levata contro la canzone di Povia. Il cantante, che aveva già mostrato di che pasta fosse fatto in occasione del “Family Day” (leggasi manifestazione contro le unioni di fatto) ne ha tirata fuori un'altra delle sue. Stavolta con la complicità ancor maggiore delle istituzioni. Il messaggio che giungerà ai milioni di telespettatori del Festival di Sanremo sarà una bella bomba. E non ci voleva proprio.
Pochi sanno – molti fanno finta di dimenticare – che abbiamo centinaia di migliaia di omosessuali che vivono nel terrore di essere scoperti dai propri familiari, dai propri amici, dai genitori e dai propri datori di lavoro. Hanno già insita la consapevolezza che amare una persona dello stesso sesso sia peccato, sia la condanna all'infelicità. La nostra classe politica dovrebbe adoperarsi per evitare queste tragedie, per dire no all'abominio di chi pone in relazione omosessualità e malattia. Invece no. Il Vaticano comanda, la politica obbedisce, le minoranze soffrono.
Si riempiono la bocca con parole come diritti, doveri, famiglia, società. E non sanno nemmeno di cosa stiano parlando. Qui si parla di diniego del diritto di amare e di perseguire la propria felicità. Né più, né meno.
Poter conferire la cittadinanza ad un ragazzo extracomunitario, per il ragazzo italiano che lo ama rappresenta la felicità.
Poter succedere nell'affidamento dei figli, per genitori omosessuali e per i figli stessi rappresenta la felicità.
Poter andare a trovare il nostro caro che soffre in una stanza di ospedale, poter succedere in un contratto di affitto per qualcuno di noi può rappresentare almeno un soffio di serenità.La nostra classe clerico-politica ha espressamente detto no alla possibilità per centinaia di migliaia di persone di vivere serenamente. Ha condannato centinaia di migliaia di gay e lesbiche a vivere sulla graticola. Non siamo nemmeno liberi di innamorarci, in alcuni casi. Senza diritti in altri.
Ora che altro vogliono propinarci? Scordate i vostri diritti, diventare eterosessuale si può, impegnatevi e raggiungerete la felicità pure voi. La chiamo grande bufala, per non definirla istigazione al suicidio.
Luca era gay. E non c'era niente di male, secondo me.
Luca si è ammazzato, in un paesino siciliano. O impiccato in Iran. E non c'è niente di male. Per la chiesa e per la nostra classe politica.
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